Il sintomo più frequente è una perdita di sangue dopo il rapporto sessuale, un sanguinamento nel periodo intermestruale oppure una perdita di sangue mestruale molto superiore al normale.
I sintomi di uno stadio più avanzato della malattia includono dolore alla schiena, dolore o gonfiore alle gambe e sanguinamento urinario.

Il Pap test e le biopsie mirate sotto guida colposcopica sono impiegate per le lesioni macroscopiche o microscopiche (o invisibili). In presenza di una lesione di medio- alto grado oppure carcinoma in situ è richiesta l’asportazione di una parte del collo uterino(conizzazione).

Secondo la definizione della Federazione Internazionale di Ginecologia e Ostetricia (FIGO) il carcinoma microinvasivo è classificabile come microinvasivo in presenza di minima invasione stromale (minore di 1-3 mm d’infiltrazione) e in cui non sia dimostrato coinvolgimento linfatico o vascolare.
In presenza di invasione inferiore a 3 mm senza interessamento dei vasi linfatici o venosi può essere utilizzata la radioterapia intracavitaria in pazienti non trattabili chirurgicamente. In presenza di interessamento dei margini di resezione o di interessamento dei vasi linfatici e venosi il trattamento più diffuso è l’ asportazione dell’utero e dei linfonodi pelvici (rischio interessamento dei linfonodi 2-5%).
Atri tipi di trattamento chirurgico, chemioterapico o radioterapico sono da correlare allo stadio della malattia.